Alla ringhiera del Capon c’è Pierina
Il luogo
La via del Capon porta nei vigneti sottostanti. Molte di queste vie, che sono poco più che tratturi di campagna, si diramano dalle vie principali e portano nelle zone coltivate. Ognuna, però, ha un nome e una storia e, quando poi la storia si vena di sfumature leggendarie, a Maranzana compaiono siti memorabili come il pozzo dell’Ulvè sotto la Bellaria dove (si dice!) andassero ad abbeverarsi i cavalli di Napoleone quando arrivò nella nostra zona nel 1808 oppure si favoleggia di segrete vie di fuga, di passaggi misteriosi che permetterebbero di uscire dal Castello non visti e di sbucare in altri luoghi lontani. A proposito di Napoleone, si dice anche che i suoi soldati abbiano scoperto ed apprezzato il vino di Maranzana a tal punto che riuscirono ad intercettarlo per gli usi e
gli abusi della guarnigione. Ancora si racconta che gli asini adibiti agli approvvigionamenti trasportassero più soldati ubriachi che carichi da soma!
La storia
Pierina del Tulon era una gran lavoratrice! Ancora non è dimenticata perché era una donna particolarmente forte, laboriosa e sempre in movimento. Aveva una abitudine inconfondibile! Infatti quando la si vedeva passare per il paese portava sempre con sé, uno per mano, due tulon (tulon: secchio di metallo zincato) in cui raccoglieva tutto ciò che trovava e in cui zeppava qualunque cosa. Pezzi di legna per la stufa, erbe, prodotti dell’orto e tutti gli arnesi di cui credeva di aver bisogno. Non se ne separava mai ed erano sempre gli stessi e sempre pieni. Camminava con un’aria molto affacendata, con i suoi tulon, uno per parte, che non erano mai vuoti. Riciclaggio ante litteram!